La difficile navigazione del Governo Meloni

Il Governo non naviga in acque tranquille. Inutile fingere che Giorgia Meloni possa lavorare serenamente. Nonostante le apparenze e il bon ton diplomatico, il Primo ministro non ha la piena fiducia dell’odierno apparato di governo statunitense, dei vertici europei, dell’opposizione italiana, come è ovvio che sia e, di tanto in tanto, pure di qualche alleato, come non dovrebbe mai essere.

«Avete visto che cosa è accaduto in Italia… Non si può essere troppo ottimisti» ha tuonato pochi mesi fa Joe Biden durante un comizio prima delle elezioni di mid-term. Pensiamo davvero che abbia cambiato opinione? In sostanza il Presidente americano ha detto che in Italia hanno vinto coloro che non la pensano come i democratici ed ha ammesso implicitamente che il Centro-destra italiano è più affine alle idee repubblicane dell’ex presidente, Donald Trump e di Ron DeSantis, governatore della Florida.

Al di là degli abbracci e baci che le immagini delle tv proiettano ogni volta che Meloni e Von der Leyen s’incontrano, siamo davvero convinti che quest’ultima sia sincera amica della prima?

Che cosa pensare di una Commissione europea che lascia l’Italia in balia dell’immigrazione selvaggia, impone obblighi per deprimerne il patrimonio immobiliare e preme perché grandi gruppi finanziari possano appropriarsi di tanti stabilimenti balneari su cui campano prevalentemente imprese famigliari italiane?

Purtroppo le politiche dell’Unione Europea vanno nella direzione indicata dal Forum di Davos: annientare l’artigianato e la piccola e media impresa per favorire la concentrazione di grandi gruppi soprattutto finanziari. L’obiettivo è di affidare a pochi “illuminati” il governo planetario e di schiavizzare i popoli riducendoli numericamente per meglio controllarli.

Guerre, epidemie, eutanasie sono gli strumenti più idonei allo scopo di tale progetto.

Giorgia Meloni deve far buon viso perché è costretta a destreggiarsi in un contesto politico, sociale e culturale ostile.

È stato osservato quanto il segretario del Pd, Etel Schlein detta Elly (cittadina italiana, svizzera e statunitense), sia in grande sintonia con il progetto del Forum economico mondiale (il Forum di Davos), che recentemente ha chiesto ai governi di tutto il mondo di dare seguito al proprio appello. In realtà si tratta di un messaggio rivolto a quei leader che non hanno mai mostrato perplessità sulle teorie di Klaus Schwab, fondatore e direttore del Forum, per esempio in tema di verde, d’inclusione sociale, di cure sanitarie, alla luce di una mai discussa globalizzazione, assunta come vero e proprio dogma.

Che cosa propone il messaggio? In sintesi «di garantire la transizione dai combustibili fossili e di dare priorità ai diritti delle comunità svantaggiate; alle aziende di rispettare i diritti umani e l’ambiente, anche determinando l’impatto negativo della propria attività, rendendolo noto e intervenendo su di esso. Entrambi, governi e aziende, devono rispettare i diritti fondamentali alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica degli attivisti che lavorano su questi temi».

Non sembra questo l’annunciato programma della Segretaria del Pd?

Dopo anni di stillicidio per comprimere, quando non per annullare, i valori giudaico-cristiani su cui s’è fondata (e grazie ai quali ha progredito) la civiltà occidentale, assistiamo ora al rush finale dei progressisti, alleati con il Forum di Davos, per resettare il mondo.

Al governo Meloni occorre tempo per realizzare il programma promesso ed è plausibile che attenda le elezioni europee del 2024 nella speranza di un parlamento e di una Commissione meno ostili.

Non avrà vita facile perché a squassare l’Italia con le istanze del mai sopito radicalismo pannelliano ora sono i democratici guidati da Elly.

In tale contesto è messa a dura prova anche l’evidente equidistanza che i Vertici della Chiesa si sforzano di mantenere tra Governo ed opposizione. Vedremo fino a quando tale atteggiamento potrà durare, vista la crescente aggressività con cui il movimento Lgbtq+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer etc. etc.) si distingue per sradicare i principi etici del cattolicesimo. L’Esecutivo di Giorgia Meloni non sarà perfetto, ma è sicuramente meglio di altri che l’hanno preceduto.

didascalia: La via stretta su cui è incamminato il Governo Meloni (credit pixabay)

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